Violenza nelle relazioni di coppia

Come le percosse costituiscono una violazione dell'Io corporeo cosi comportamenti quali il diniego, la menzogna, l'omissione, la svalutazione, l'ambivalenza e la disconferma costituiscono un attacco all'Io mentale.

 

In ogni forma di violenza è il nostro Io più intimo ad essere attaccato, l'immagine profonda che abbiamo di noi stessi , costruita su diverse componenti sia fisiche che psicologiche.

 

La violenza fisica è sempre associata a forme di pressione e violenza psicologica come evento eziologico del comportamento violento che è opportuno imparare a riconoscere per attivare in tempo comportamenti protettivi.

 

La violenza psicologica non è meno cronica e devastante di quella fisica e benchè non porti alla morte in maniera diretta, può includere eventi estremi come il suicidio oppure una grave invalidità psicologica. Non è facile da riconoscere e tantomeno da dimostrare.

 

PERCHE' NON RIESCO A RECIDERE UNA RELAZIONE VIOLENTA?

 

Mark Twain 

 

L'essere innamorati e profondamente coinvolti in una relazione induce il rilascio di dopamina nel cervello che coincide con un intenso piacere, similmente all'effetto di una droga ad esempio la cocaina, che induce un rilascio massiccio di dopamina nel nucleo accumbens, parte del circuito della ricompensa, stimolato anche dall'esperienza di essere innamorati.

 

Un elemento di confusione in questo tipo di rapporti che possiamo definire tossici è rappresentato dall'ambivalenza del soggetto violento che alterna amore a fasi di violenza diretta o indiretta.

 

L'ambiguità di questo agire si gioca su un doppio binario e mette di fronte ad una relazione paradossale, fonte al tempo stesso di amore-odio, piacere-dolore.

 

L'imprevedibilità comportamentale con un'alternanza di azioni che possono essere di natura opposta (idealizzazione/svalutazione, simbiosi/distacco, estrema attenzione/diniego, amore/odio etc.), crea uno stato di aspettativa e tensione interna che rende difficile l'abbandono della relazione.

 

Il partner che si trova ad essere soddisfatto nei propri bisogni in maniera intermittente viene agganciato similmente ad un giocatore d'azzardo il cui comportamento di gioco è efficacemente rinforzato da uno schema variabile e imprevedibile di vincita.

 

Alla frustrazione derivata dall'abbandono si contrappongono fasi di pienezza ed intimità per lo meno apparente, agli scoppi di rabbia con episodi di aggressività fisica seguono momenti di pentimento e riavvicinamento in una dinamica ciclica e ripetitiva che si protrae fino a quando una delle parti pone fine al gioco.

 

Ci riferiamo alla scissione come ad un primitivo meccanismo di difesa psichica : separare il buono dal cattivo nel tentativo di rimanere in relazione con il partner violento per una dipendenza psicobiologica appresa. Il diniego e la negazione della violenza sono frutto di questa estrema difesa psichica.

 

Rapporti con un'alta carica di violenza i quali possono degenerare in stalking, spaventano e terrorizzano le vittime. La violenza ripetuta induce una modifica significativa nella percezione di se che comporta anche una giustificazione della stessa violenza, in tal modo perpetrandola, aspetto che evidenzia un serio pregiudizio psicologico.

 

PERCHE' LA VIOLENZA VIENE MESSA IN ATTO?

 Copia di Mark Twain

 

Tra gli uomini è più frequente la violenza fisica, le donne tendono a mettere in atto soprattutto forme di violenza psicologica, in entrambi i casi siamo di fronte ad un fallimento della relazione che deve essere riconosciuto.

 

La violenza può essere una facile scorciatoia comportamentale per colui/colei che non riesce a gestire l'emotività né viene così sopraffatto/a in mancanza di strutture cerebrali e psicologiche capaci di incanalare rabbia e pulsioni aggressive in comportamenti adattativi.

 

La violenza viene messa in atto indipendemente dal tipo di partner e indipendemente dal suo comportamento. Si tratta di un modus operandi difficilmente modificabile, cristallizzato sotto forma di tratto stabile dell'individuo.

 

Un bambino che ha la fortuna di fare esperienza di figure genitoriali amorevoli e coerenti è un adulto capace di relazionarsi in maniera piena, gioiosa, armoniosa.

 

Un bambino che sperimenta figure di riferimento inadeguate o chiaramente incapaci, incoerenti o abusanti impara ad entrare in relazione con l'altro attraverso il dolore e la sofferenza, ripetendo modelli relazionali traumatici da adulto.

 

CHE FARE ?

 Mark Twain copia 2

 

Il primo importante passaggio è uscire dall'isolamento che di solito accompagna queste relazioni rivolgendosi ad un familiare, un amico o un professionista. Riconoscere la violenza con il ciclico ripetersi degli eventi è lo stimolo che porta a prendere le distanze dalla situazione e a ricercare un sostegno esterno alla coppia.

 

La scelta di recidere una relazione violenta può comportare in alcuni casi conseguenze sulla vittima che devono essere prevenute e gestite. Nei casi di violenza e maltrattamento fisico, sessuale, grave violenza psicologica (es. stalking e atti persecutori) quando la vittima è posta in conzioni di rischio per la sua salute e incolumità è sempre opportuno sporgere formale querela presso l'autorità giudiziaria.

 

La presenza di una rete relazionale di supporto (famiglia, amici, colleghi) è un fattore protettivo importante e nei casi in cui questa risulti povera o insufficiente può rendersi necessaria la permanenza in una struttura di accoglienza e protezione.

 

Ricercare un aiuto psicologico è necessario per permettere alla persona di riadattarsi ad una nuova situazione di vita ed incominciare il processo di guarigione.

 

 

- Servizio di assistenza e consulenza psicologica a distanza per il maltrattamento intrafamiliare

 

La Dr.ssa Lavinia Nera ha attivato un servizio a distanza di assistenza e consulenza rivolto a donne e in particolare a donne con minori a carico che si trovano a subire situazioni di maltrattamento intrafamiliare. Il servizio è gratuito